20 mar 2008

IL GIARDINIERE DELL'ISOLA

IL GIARDINIERE DELL'ISOLA LAVORA A RIPULIRE DELLE ERBACCE I PRATI DELLE VILLETTE, RACCOGLIE LE FOGLIE SECCHE CHE NON ENTRINO NELLA PISCINA, AGGIUSTA LE RETI CHE TENGONO I CINGHIALI FUORI DAL PRATO E ALTRI SEMPLICI LAVORI.
NON E' UN GENIO MA LAVORA SODO.
E' SORDO, PARLA POCO E FATICOSAMENTE COME I SORDI DALLA NASCITA .
HA MOLTI CLIENTI E COSI A FINE STAGIONE HA GUADAGNATO ABBASTANZA DENARO .
ANNI FA A STAGIONE FINITA PRENDEVA IL TRAGHETTO ED ANDAVA IN CITTA , C'ERA UN ALBERGO DI PROSTITUTE DOVE SI FERMAVA E RESTAVA FIN QUANDO TERMINAVA TUTTI I RISPARMI.
POI L'ALBERGO CHIUSE ED EGLI RITORNO' ALL'ISOLA MOLTO DEPRESSO.
I COMPAESANI GLI SPIEGARONO CHE POTEVA TROVARE FACILMENTE UNA PUTTANA : BASTAVA ANDARE DI SERA NELLE VIE ATTORNO AL PORTO , AVREBBE VISTO DELLE DONNE VESTITE IN MODO ATTRAENTE, CHE DI SOLITO DONDOLANO LA BORSETTA, ANDANDO AVANTI E INDIETRO; QUANDO VEDEVA UNA DI SUO GUSTO LE SPIEGASSE CHE INTENDEVA PAGARLA PER ANDARE A LETTO CON LEI.
IL GIORNO DOPO RIPRESE IL TRAGHETTO E ALLA SERA VIDE UNA BELLA SIGNORA, ELEGANTE, CHE CAMMINAVA AVANTI E INDIETRO, NERVOSAMENTE DONDOLANDO LA BELLA BORSETTINA, E GUARDAVA CON ANSIA LA STRADA PROPRIO DA DOVE STAVA ARRIVANDO IL GIARDINIERE .
CONTENTO LA FERMO' E CON LA SUA VOCE DA SORDO A TIMIDE MA RUMOROSE PAROLE E COI GESTI LE FECE CAPIRE COSA VOLEVA.
PRESE UNA VIOLENTA BORSETTATA SULLA TESTA ED UNA FILZA DI PAROLE CHE EGLI, ESSENDO SORDO, NON COMPRESE. COMPRESE INVECE CHE LA GENTE ATTORNO STAVA ARRABBIANDOSI CON LUI .
IN FUGA RITORNO' ALL'ISOLA COL PRIMO TRAGHETTO.
OGNI ESTATE LAVORA SODO A RACCOGLIERE ERBACCE E FOGLIE DAI PRATI DELLE VILLE, AGGIUSTA LE RETI DI RECINZIONE, E RISPARMIA I SOLDI, MA SENZA ENTUSIASMO.
QUANDO ARRIVA L'INVERNO NON PRENDE PIU IL TRAGHETTO.

18 mar 2008

HA RAGIONE TONTON

DOVEVO ANDARE A PADOVA E PRENDERE IL TASSI' PER SCOPRIRE CHE IL TONTON AVEVA RAGIONE.
CHIACCHIERAVO CON L'AUTISTA E GLI SPIEGAVO LA STRADA DA FARE, LUI VECCHIOTTO AVEVA UN'AMNESIA, E DICEVA CHE NON VALE LA PENA USARE IL SUO NAVIGATORE CHE SI PERDE TEMPO A PROGRAMMARLO.
PER NON SEMBRARE TROPPO SACCENTE DICEVO CHE ERO VENUTA COL TONTON GIORNI PRIMA E CHE IL MIO HA IL DIFETTO DI VOLER FARE IL CONTRARIO DI QUELLO CHE SI PROGRAMMA PER QUANTO RIGUARDA IL PEDAGGIO.
IL TASSISTA: “ANCHE IO ALL'INIZIO LO PENSAVO, MA LEGGENDO BENE TUTTO, SI CAPISCE CHE HA RAGIONE LUI. L'ERRORE STA NELLA FRASE TROPPO LUNGA.”
ECCO LA FRASE INTERA, UNO ,IO E L'AUTISTA, NON LEGGE SUBITO TUTTO:

AVVERTENZA IL PERCORSO CORRENTE COMPORTA STRADE SOGGETTE A PEDAGGIO. EVITARE LE STRADE A PEDAGGIO ?
SI - NO
IO LEGGO --PEDAGGIO-- --SI--, --NO-- COSI' RESTO FREGATA.
TUTTA COLPA DEL CORSO DI LETTURA VELOCE: LEGGERE SOLO LE PAROLE CHIAVE.

ANCHE I TESTS DEL CORSO DI INGLESE ACCENTANO LE PAROLE CHIAVE E POI TI CHIEDONO SE LA RAGAZZA SI O NO HA TROVATO LE CHIAVI DI CASA.
BENE CHE MI VADA CAPISCO SOLO CHE SI PARLAVA DI CHIAVI.
CONTRAGGONO, CONTRAGGONO E PARLANDO TENGONO I DENTI STRETTI COME CHI HA FREDDO E BATTE BROCCHETTE.

CERTAMENTE CHI NASCE NELLA NEBBIA E NELLA PIOGGIA NON RIESCE A PARLARE CON LE MASCELLE SLEGATE COME NOI MEDITERRANEI NATI COL SOLE .
NON FACCIAMO ECONOMIA INCOLLANDO MALAMENTE DUE PAROLE PER FARNE UNA SOLA
QUANDO I VIEN QUA I CIAMA ISTA' LA NOSTRA PASQUA PARCHE' GHE PAR ZA CALDO CHE BASTA, I SE METE A PIE NUI E IN CAMISETE DE COTON.

7 mar 2008

COLLABORATRICI DOMESTICHE

IN PERIODI DI VACCHE GRASSE COMPONEVA LA FAMIGLIA ANCHE UNA DONNA DI SERVIZIO (UNA VOLTA SI CHIAMAVANIO COSI' LE COLF)
NON CONOBBI LE PRIME, MA SE NE PARLAVA IN CASA COME DI CREATURE FANTASTICHE, PROVENIENTI DA ALTRA CULTURA, LA PRIMA NEL 1920 ERA GIOVANISSIMA, NON SAPEVA NE LEGGERE NE SCRIVERE, LA MAMMA MAESTRA, AL POMERIGGIO LE INSEGNAVA A LEGGERE LE ORE DELL'OROLOGIO, A FARE I CALCOLI, A SCRIVERE E LEGGERE UN POCO.
LA MADRE DI QUESTA BAMBINA DI 13 ANNI AVEVA UN SACCO DI FIGLI E AVEVA MANDATA A SERVIZIO LA MAGGIORE PER VENIRLE A PRENDERE OGNI SABATO TUTTO IL PICCOLO SALARIO. LA MAMMA OTTENNE CHE UNA PARTE ANCHE SE PICCOLA LE FOSSE LASCIATA, PER GIUSTIZIA E PER DARLE LA SODDISFAZIONE DI FAR QUALCOSA COI SOLDI DELLA SUA FATICA. NON ERA CATTIVA LA MADRE, ERA POVERISSIMA, E C'ERA L'IDEA IN CAMPAGNA CHE IL LAVORO DEI FIGLI FOSSE PROPRIETA' DEI GENITORI. LA BAMBINA COI PRIMI SOLDI SI VOLLE COMPERARE AL MERCATO UN PAIO DI MUTANDE; ERANO LE PRIME VERE MUTANDE DELLA SUA VITA.
ALTRA MITICA ERA LA MARIA SECCO, VISSUTA IN CAMPAGNA, CON MOLTI FRATELLI, LE MUCCHE MANGIAVANO I LIBRI DI SCUOLA, I FRATELLI SI LANCIAVANO DAL FIENILE CON GLI OMBRELLI APERTI E SI RUPPERO GAMBE E BRACCIA.
CONOSCEVA UNA QUANTITA' DI PROVERBI STRANI: SE PIAGNUCCOLAVAMO QUANDO CI PETTINAVA DICEVA”CAVEI O CAVAI, LASSII STAR CHE I XE TACAI” QUANDO FACEVA LA 'PINZA DEA MARANTEGA' UN DOLCE RUSTICO CHE SI USAVA CUOCERE SOTTO LA CENERE “ONTA BISONTA, SOTO TERA SCONTA, BONA DA MAGNAR CATIVA DA INDOVINAR”
PREFERIVA I FRATELLI MASCHI E DOPO CHE SI SPOSO' VENIVA A TROVARCI, AI MASCHI PORTAVA LE RONCOLE AFFILATE DAVVERO, ALLE FEMMINE COSE FEMMINILI COME IL “SAN LIBERAL” PATRONO DELLA SUA CHIESA.
“EL CIEL LO GA, DIO NO LO GA, EL LIBERAL LIBERA TUTI QUANTI PARCHE' LO GA DADRIO E ANCA DAVANTI” E BISOGNAVA INDOVINARE COSA RENDEVA SAN LIBERALE PIU POTENTE DI DIO.
POI AVEMMO ANITA (ANCHE QUESTA COMINCIAVA PER A), COME LA DONNA DI GARIBALDI, MA NOI LA CHIAMAVAMO LANITA . LEI ERA AMICA DEL POSTINO CHE CI FECE DELLE FOTO, ERA UN POCO INNAMORATO DI LEI. ANCHE LEI PREFERIVA I MASCHI SPECIE FRANCESCO
POI ARRIVARONO GLI AMERICANI E SI RIAPRIRONO GLI ALBERGHI, IN CASA NON C'ERA PIU LA POSSIBILITA' DI TENERE ANITA CHE ANDO' A LAVORARE ALL'ALBERGO BAUER: ERA DIVENTATA GUARDAROBIERA. I SOLDATI AMERICANI A VOLTE ANDAVANO CON DELLE DONNE IN ALBERGO E LEI CI REGALAVA DELLE COSE, UNA COLLANA A GOCCE DI MADREPERLA E PERLINE NERE CHE SI ERA ROTTA, MAGNIFFICA. LA MAMMA LA TROVAVA ORRIBILE, A ME PIACEVA MOLTISSIMO. POI ANITA SI SPOSO' E TORNO' A VIVERE IN CAMPAGNA.
AD AIUTARE LA MAMMA ALLORA VENIVANO DELLE DONNE A GIORNATA: LA MUTA, CHE NON AVEVA UN NOME NEI NOSTRI PENSIERI. VIVEVA IN PENSIONATO ALL'ISTITUTO DEI SORDOMUTI, PARLAVA CON UNA VOCE COSTRUITA, QUASI MECCANICA. SI AIUTAVA COI GESTI E STAVA SEMPRE NELLA CAMERA DELLA DONNA, MANGIAVA E RAMMENDAVA SEMPRE NELLA STANZA, ED AVEVA UN ODORE DI DISINFETTANTE AMARO. LA MUTA DI TANTO IN TANTO FACEVA DELLE SCOREGGIONE E NELLA STANZA ACCANTO ANGE ED ADRI DAVANO LEZIONI PRIVATE E SI SCOCCIAVANO PERCHÈ GLI SCOLARI SI METTEVANO A RIDERE, ANCHE NOI PICCOLI CI DIVERTIVAMO A SENTIRE LE SCORREGGE E LE LAMENTELE DELLE SORELLE CON LA MAMMA.
"CUSÌ NO SE POL ANDAR AVANTI, SE UNA VERGOGNA"
"BENEDETA E CHI TI VOL CHE NE GIUSTA I CALSETI"
'I STRACAGNOTTI DEA MUTA' DICEVA LA MAMMA QUANDO FACEVO UN LAVORO MALAMENTE. ADRI ANDAVA A CANTARLE STONATA PEZZI DI OPERA O LE RECITAVA LE POESIE DEL MANZONI E LA MUTA L'APPLAUDIVA.
AVEVA DEI PIEDI GROSSI, CON DELLE SPORGENZE IN PUNTI STRANI E PORTAVA SANDALI PER LASCIARE SPAZIO ALLE SUE SPORGENZE.
IO ANDAVO A PRENDERMI PEZZI DI STOFFE FILI ED AGHI PER I MIEI GIOCHI E LEI MI INSEGUIVA GRIDANDO 'PAMPOLA, PAMPOLA' CHE LE BAMBOLE NON AVEVANO DIRITTO SECONDO LEI DI VENIR VESTITE.
PER IL CAMBIO DI STAGIONE ARRIVAVA IN CASA ROSA ZABOTTO, UNA PICCOLA DONNINA CON UNA SCARPA DALLA SUOLA ALTA ALMENO QUINDICI CENTIMETRI, L'ALTRA NORMALE. SI TENEVA SEMPRE IN ORDINE, COL ROSSETTO, VESTITA CON UNA SPECIE DI ELEGANZA, ERA LA SARTA CHE ACCORCIAVA O ALLUNGAVA I VESTITI, TRASFORMAVA VESTITI DA MASCHI IN VESTITI DA FEMMINE, METTEVA COLLI E POLSI DI VELLUTO AI CAPPOTTI QUANDO ERANO LOGORI, CUCIVA A MACCHINA AD UNA VELOCITA' FOLLE, CON IL PIEDE CON LA ZEPPA SUL PEDALE. FORMIDABILE. LEI MI REGALAVA I RITAGLI.
LA LAVANDERIA DELL'ORTO AVEVA DUE GRANDI MASTELLI DI LEGNO, LEVIGATI E BIANCHI ALL'INTERNO PER L'USO DELLA LISCIVA. C'ERA UNA CALDAIA MOLTO GRANDE SOTTO CUI SI ACCENDEVA IL FUOCO E POI L'ACQUA BOLLENTE VENIVA VERSATA SUI DUE MASTELLI PIENI DI LENZUOLA, MUTANDE, GREMBIULI, FAZZOLETTI, ASCIUGAMANI, E TUTTO IL VAPORE RIEMPIVA LA LAVANDERIA CON UN BUON PROFUMO DI SAPONE.
LA CATINA ARRIVAVA IL LUNEDI', GIORNO DI BUCATO. ERA PICCOLINA ED AVEVA LE GAMBE MOLTO CURVE AD O .IL NOME RICORDAVA BENE IL SUO LAVORO CON SECCHI E CATINI, LEI SBATTEVA CON FORZA LE LENZUOLA RIPIEGATE E GRONDANTI SULLA TAVOLA DA LAVARE, E SPAZZETTAVA CON UNA SPAZZOLA DURA, E INSAPONAVA E POI SBATTEVA ANCORA. POI DOVEVA SCIACQUARE E ALLORA L'ACQUA ERA FREDDA.
LA MAMMA IN INVERNO LE PORTAVA DA BERE DEL CAFFE' CALDO, POI CATINA VENIVA A MANGIARE A CASA E FINIVA NEL POMERIGGIO LAVANDO I CAPI COLORATI. TUTTO IL BUCATO ERA MESSO IN ORDINE SUI CAVALLETTI.
STENDERE ERA LAVORO NOSTRO DEL GIORNO DOPO, NELL'ORTO I FILI DELLA BIANCHERIA ERANO TROPPO ALTI, IO DOVEVO PORGERE LE PINZE, UN SCHIFOSO LAVORO SENZA SODDISFAZIONE. SE ERA FREDDO LA SERA LA BIANCHERIA ERA RIGIDA COME BACCALA', PAREVA ASCIUTTA, MA APPENA IN CANTINA RITORNAVA MOLLE E BAGNATA. IL GIORNO DOPO SI DOVEVA STENDERE DI NUOVO.
QUANDO CATINA NON POTEVA PIU VENIRE, PER FORTUNA ARRIVARONO LE PRIME LAVATRICI. DELLE MACCHINE INCREDIBILI CON DUE CILINDRI, IN UNO L'ACQUA SI SCALDAVA E UNA PALA RUOTAVA AVANTI E INDIETRO PER MUOVERE LA BIANCHERIA. QUANDO IL LAVORO ERA FINITO COMINCIAVA IL LAVORO DELLA MAMMA CHE DOVEVA ESTRARRE A MANO LENZUOLA E BIANCHERIA DAL CILINDRO PIENO D'ACQUA CALDA PER POI PASSARLA NELL'ALTRO DOVE AVVENIVA IL RISCIACQUO E LA SPREMITURA. PER ESSERE EFFICACE IL LAVAGGIO VENIVA PRECEDUTO DA UN AMMOLLO IN UN MASTELLO A PARTE. QUINDI NON SI RISPARMIAVA MOLTO LAVORO, MA IN COMPENSO LA MACCHINA LOGORAVA MENO I TESSUTI E SCIACQUAVA MEGLIO, VISTO CHE NON AVEVA MANI DA TENERE NELL'ACQUA FREDDA.

6 mar 2008

I TRE FRATELLI

IN CASA AVEVAMO ANCHE TRE FRATELLI.
IL MAGGIORE, CHE POI ERA SOLO IL SECONDO, ESSENDO NATA PRIMA ANNA, SI CHIAMAVA COME IL FRATELLO MAGGIORE DEL PAPA', UN MITO DI FAMIGLIA PER MEMORIA, INTELLIGENZA, IRONIA: LAUREATO GIOVANISSIMO INGEGNERE.
ANCHE FERRUCCIO, FRATELLO NOSTRO, SI LAUREO' IN INGEGNERIA. ERA L'ORGOGLIO DEI GENITORI; E ANCHE DI SE STESSO. ERA MOLTO QUADRATO O FORSE CUBICO.
AVEVO CINQUE ANNI QUANDO LA MAMMA MI FACEVA DIRE OGNI SERA UNA PREGHIERINA PERCHÉ FERRUCCIO TORNASSE A CASA : I TEDESCHI LO AVEVANO PORTATO COME ALTRI STUDENTI A FARE PONTI IN CENTRO ITALIA.
IO NON CAPIVO QUASI NIENTE DI GUERRA, DISSI LA PREGHIERA OGNI SERA, FINCHE' SENTII CHIAMARE 'FERRUCCIO' IL GARZONE DEL 'BIAVAROL'. PER ME IL NOME E LA PERSONA ERANO UN UNICO, QUINDI MI RIFIUTAI DI PREGARE PER IL RITORNO A CASA DI FERRUCCIO, CHE LA MAMMA ANDASSE A PRENDERSELO E SE LO PORTASSE A CASA SENZA SCOMODARE DIO E ME A RECITAR PREGHIERE SPRECATE .
LEI OGNI SERA A PREGARE, IO A TENER LE LABBRA SERRATE .

UN MEZZOGIORNO D'ESTATE FERRUCCIO SUONO' AL PORTONE. ANDAI AD APRIRE IO, NON LO RICONOBBI E RICHIUSI LA PORTA. “ MAMMA GHE XE DABASSO UN OMO CHE TE VOL”. ENTUSIASMO DI TUTTI, IO NON LO RICONOSCEVO. RIMASI STRANIATA.
SI MISE SUBITO A STUDIARE E RIUSCI' A RECUPERARE IL TEMPO PERSO COI TEDESCHI. SE GIOCANDO FACEVAMO RUMORE, RICORDO ANCORA L'URLO SPAVENTOSO CON CUI CI IMPIETRIVA.
LA SUA FORZA DI VOLONTA' CI PERSEGUITO' COME IL “VOLLI, SEMPRE VOLLI, FORTISSIMAMENTE VOLLI“ DI VITTORIO ALFIERI.
CON NOI FRATELLI NON FU PARTICOLARMENTE DISPONIBILE; QUANDO SI SPOSO' CON LA FIGLIA DI UN PRIMARIO MEDICO DI INSBRUCK - AUSTRIA, PARVE VERGOGNARSI UN POCO: NON ERAVAMO COSI 'PRECISI' COSI' INQUADRATI, COSI' “TETESCHI” COME I SUOI PARENTI ACQUISITI.

FRANCO HA SEI ANNI PIU DI ME E TRA ME E LUI NON CI SONO FRATELLI DI MEZZO. LUI E' IL MIO VERO FRATELLO MAGGIORE.
MI PRENDEVA PER MANO E MI PORTAVA NEI LUOGHI PERICOLOSI PER LA GUERRA, OLTRE I CAVALLI DI FRISIA ED I RETICOLATI CHE PRECLUDEVANO LA SPIAGGIA E L'ACQUA DI MARE NECESSARIA PER FARE IL SALE.
SI ASPETTAVA, NASCOSTI FRA LE DUNE O NEI CESPUGLI NATI DAI PLATANI TAGLIATI CHE LA PATTUGLIA DEI TEDESCHI FOSSE PASSATA.
POI UNA CORSA VELOCE FIN SULLA DIGA , IL BIDONE DI ALLUMINIO RIEMPITO D'ACQUA, SI TORNAVA SVELTI, MA ATTENTI A NON VERSARE UNA GOCCIA, FINO AL NASCONDIGLIO, COL CUORE IN GOLA.
QUANDO FU BOMBARDATO L'ACQUEDOTTO MI PORTAVA A PRENDERE L'ACQUA DAL POZZO ARTESIANO DI GIOMO, CON IL CARRETTINO E LA DAMIGIANA SOPRA, CHE PESAVA MOLTO UNA VOLTA PIENA.
ERO CON LUI QUANDO MITRAGLIARONO LA SPIAGGIA DA UN AROPLANINO CHE VOLAVA BASSO BASSO. MA QUELLA VOLTA LO MOLLAI DOVE SI ERA AQUATTATO E FUGGII A ROTTA DI COLLO FINO A CASA . UN CHILOMETRO DI CORSA A CINQUE ANNI, COL CUORE CHE SCOPPIAVA E LE GAMBE CHE GIRAVANO SENZA ESSERE COMANDATE; LA GENTE NASCOSTA MI URLAVA DI METTERMI AL RIPARO. NON POTEVO PIU FERMARMI.
QUELLA VOLTA MI FIDAI SOLO DELLA MIA PAURA.

FRANCO MI PORTAVA SUL FERRO DELLA BICI IN POSTI LONTANI CHE NESSUNO MI FACEVA VEDERE E MI VENIVANO LE FORMICOLE ALLE GAMBE; MI INSEGNAVA A TIRARE CON LA FIONDA E LA CERBOTTANA. SOLO PER I GATTI AVEMMO UNA GRAN DIVERGENZA, PERCHE' IO ADORO I GATTI E LUI COI SUOI AMICI FINGEVANO DI ESSERE DEI CACCIATORI E LI COLPIVANO CON GUSCI D'UOVO PIENI D'ACQUA O TRAPPOLE TERRIBILI: FECI LA SPIA AL PAPA'.
FRANCO ERA DI ESEMPIO PERCHE NON SI ERA MAI DATO BOTTE CON AURELIA,INVECE IO E CHECO CI SIAMO BASTONATI MOLTISSIMO.
FRANCO ERA IL BUONO, E DETIENE ANCORA IL TITOLO, A VOLTE RISCHIA DI ESSERLO TRE VOLTE.

CHECO E' PIU PICCOLO DI ME DI QUASI TRE ANNI. SAREBBE STATO IL PIU PICCOLO SE IO NON AVESSI CON TUTTE LE FORZE TENTATO DI FREGARGLI IL RUOLO.
APPENA NATO, MI VENNERO DEI TERRIBILI SOGNI IN CUI LUI ERA UNO SCHELETRINO FOSFORESCENTE CHE TINTINNANDO MI VENIVA AD AGGREDIRE E MI SVEGLIAVO NEL TERRORE E ANDAVO NEL LETTO DI LELLI.
NON AVREI DOVUTO TEMERLO, MA IO AVEVO I CAPELLI CON UN FIOCCO CHE LUI , APPENA FU IN GRADO DI CAMMINARE SU DUE GAMBE, PRENDEVA COME UNA COMODA MANIGLIA, MENTRE IO PRENDEVO LE DUE MANIGLIE DELLE ORECCHIE . OGNUNO TIRAVA PIU CHE POTEVA. A VOLTE USAVAMO ANCHE I DENTI. POI INTERVENIVA LA MAMMA CHE SCULACCIAVA ENTRAMBI SENZA SENTIR RAGIONI .
RAGGIUNTA L'ETA DELLA RAGIONE LOTTAVAMO CORPO A CORPO ROTOLANDO SUL PAVIMENTO, TUTTI I COLPI CONSENTITI; SOLO L'ARRIVO DELLA MAMMA INTERROMPEVA LA VIOLENZA: GIURAVAMO CHE SI TRATTAVA SOLO DI LOTTA. ALMENO COSI' CI RISPARMIAVAMO LA SUA PARTE.
CHECCO SI E' FATTO AMARE ENORMEMENTE QUANDO HA COMINCIATO A PORTARMI NEL GRUPPO DEI SUOI COMPAGNI ED IO ERO L'UNICA FEMMINA AMMESSA A PESCARE AL FARO O A FARE ALTRI GIOCHI DA MASCHI.
PER MANTENERE QUESTO PREVILEGIO DOVEVO FARE ALCUNE COSE CHE A LORO SECCAVANO, COME L'ULTIMO TUFFO ALL'ORA DEL TRAMONTO, A SGANCIARE GLI AMI DA PESCA IMPIGLIATI TRA I MASSI DELLA DIGA; SECCAVA ANCHE A ME SCENDERE NELL'ACQUA SCURA, MA CI TENEVO MOLTISSIMO AD ESSERE DEL GRUPPO.
POI CHECCO FU GRANDIOSO QUANDO LA DOMENICA MI ASCIUGAVA I PIATTI CHE IO DOVEVO LAVARE, NON ERA SUO COMPITO MA LO FECE PER CORREGGERE L'INGIUSTIZIA CHE IO FEMMINA SUBIVO: FARE ANCORA UN LAVORO E LUI POTEVA USCIRE ; NON C'ERA NELL' ARIA IL FEMMINISMO, MA LA RABBIA MI RODEVA PER AVER DEGLI OBBLIGHI SOLO IN QUANTO FEMMINA.
SOLO CHECCO, SOMMO MERITO, CAPI', E PER FRATELLANZA MI AIUTAVA ED USCIVAMO ASSIEME.
CHECCO ERA UN FRATELLO ALLA PARI, GRANDE SOLIDARIETA'. IN CERTE COSE LO SENTIVO MAGGIORE, COME QUANDO MI VENIVA A SVEGLIARE NEL PIENO DELLA NOTTE, SENZA CHE NESSUNO SENTISSE, PER PORTARMI IN POPARIN,LA SUA SPLENDIDA BARCA A REMI, A SENTIRE CANTARE GLI USIGNOLI A LIO PICCOLO E FAR COLAZIONE ALL'ALBA CON VINO E UOVA FRESCHE IN UN BACARO DELLA LAGUNA. O A VEDERE L'ALBA DELL'ULTIMO DI CARNEVALE NEI CANALI DI VENEZIA .
IO LO RIPAGAVO CON LE FIRME FALSE DELLA MAMMA SULLE SUE GIUSTIFICAZIONI DI SCUOLA, POCA COSA E SE VOGLIAMO, PROSAICA MA NECESSARIA.
LUI HA PER PRIMO CONOSCIUTO RODOLFO, GLI SPETTAVA.
DI LUI MI FIDO .

1 mar 2008

storiella non mia

Un giorno, una sarta cuciva un vestito mentre stava seduta vicino al fiume. Improvvisamente, il suo ditale cadde nel fiume. Ha urlato con disperazione, il Signore è apparso e le ha chiesto, «Cara figliola, perché piangi?». La sarta rispose che il suo ditale era caduto nel fiume, e ne aveva bisogno per aiutare suo marito a mantenere la famiglia. Il Signore immerse la mano nell'acqua e tirò fuori un ditale d'oro con zaffiri. «E' questo il tuo ditale?», chiese il Signore. «No», disse la sarta. Il Signore di nuovo immerse la mano nel fiume e tirò fuori un ditale d'oro con rubini. «E' questo il tuo ditale?» chiese il Signore. Di nuovo, la sarta rispose, «No». Il Signore immerse un'altra volta la mano nell'acqua e tirò fuori un ditale di pelle. «E' questo il tuo?» chiese il Signore. «Si!», rispose la sarta. Il Signore fu contento dell'onestà della donna, e le diede tutti e tre i ditali. La sarta tornò a casa felice. Qualche anno dopo, la sarta stava camminando con il marito accanto al fiume, quando lui cadde nel fiume e scomparve fra i flutti. La donna urlò, il Signore tornò e chiese, «Donna, perché piangi?" La sarta rispose, «O Signore! Mio marito è caduto nel fiume!». Il Signore immerse la mano nell'acqua e tirò fuori George Clooney. «E' questo tuo marito?», chiese il Signore. «Si!», urlò la donna. Il Signore era furente. «Hai mentito! Non è vero!!». La sarta rispose, «Perdonami, Signore. C'e' stato un equivoco. Vedi, se avessi detto 'no' a George Clooney, avresti tirato fuori Brad Pitt. E se avessi detto no a lui, avresti tirato fuori mio marito. E se avessi, a quel punto, detto si, mi avresti dato tutti e tre. Signore, non sto tanto bene di salute, e non avrei potuto prendermi cura di tutti e tre i mariti. Per QUELLO ho detto si a George Clooney». Cosi, il Signore permise alla sarta di tenere Clooney con sé. Il morale della storia: Quando mente una donna, è per un motivo giusto e onorevole, ed e' nei migliori interessi di tutti.

Noi donne sentiamo spesso il bisogno di consolarci; sognare che ci cada qualcosa in acqua e ci venga restituito in proporzione ai nostri segreti meriti e desideri.

COMUNICAZIONE AI PARENTI STRETTI

SE VEDI UNA PORTA CHIUSA, FOSSE ANCHE LA PORTA DI CAMERA TUA, NON ENTRARE SPALANCANDOLA VEEMENTE, BUSSA PRIMA, NON TANTO PER LA PRIVACY, MA PERCHE' DIETRO POTREBBE ESSERCI TUA MADRE O MOGLIE CHE VERNICIA IL CALORIFERO.
L'ENTUSIASMO DI RINFRESCARE LA CASA POTREBBE NEL CASO ESSERLE FATALE.
NON E' FACILE ESTRARRE INTERA UNA DONNA PASSATA ATTRAVERSO UN VECCHIO CALORIFERO DI GHISA.