28 apr 2008

IN CONFIDENZA

Certi si sposano, dopo due o tre anni di matrimonio non hanno ancora confidenza, non trovano il modo di dirsi quello che pensano o di discutere le scelte quotidiane pur col dovuto garbo;
altri che dopo un giorno che si conoscono gia si rinfacciano l'alito di cipolla o scoreggiano come non farebbero in presenza del collega di lavoro o della cameriera.
Ci deve essere una via di mezzo.
" BASTA! NO VEDO L'ORA DE METARLO IN SOASA" sentita per via da una gentile signora che parlava del coniuge.
ps: per i non veneziani soasa e' la cornice.

23 apr 2008

21 APRILE 2008

21 aprile '08

DUNQUE IN QUESTO STESSO GIORNO NEL 1938 SONO NATA IO.
BISOGNA FESTEGGIARE
SI COMINCIA SUBITO, ALLE 8 DEL MATTINO, ANCORA DISTESA A GODERE IL RISVEGLIO E TELEFONA CHECO IL SALUTISTA :
' TANTI AUGURI, HAI VISTO CHE TI HO MANDATO UNA EMAIL? TI PASSO MARIA, AUGURI. - MARIA FA GLI AUGURI, A DOBBIACO PIOVE' .
A VENEZIA IL CIELO É COLOR PIOMBO, MAI VISTO UN COMPLEANNO COSI' GRIGIO E UMIDO.
ORE 9 TELEFONA IL FIORISTA, VIENE ENTRO UN'ORA.
IMMAGINO GIA CHI MI MANDA I FIORI.
RODOLFO VIENE A FAR COLAZIONE CON UN PACHETTINO DEL PAROPAMISO ED UN BACIO. É UNA COLLANA COL PENDENTE D'ARGENTO NIELLATO, DELLA PERSIA ANTICO DI 300 ANNI.
SPLENDIDO COME SEMPRE ROD!
COME HA POTUTO, CHE SIAMO SEMPRE ASSIEME?
ORE 9.20 TELEFONA DARIA, MI RACCONTA TUTTA LA SUA TRAFILA PER OTTENERE UN PIEDE NUOVO, CAPACE DI VESTIRE CON FASCINO GLI INFRADITO QUESTA ESTATE:
-DOLORI, UN MESETTO DI RECLUSIONE A CASA, ADESSO ALTRO TEMPO COMINCIANDO A CAMMINARE, POI SI VEDRA' COME VA. TRA UN ANNO IL BIS PER L'ALTRO PIEDE.
RINUNCIA A META' DELL'EREDITA' DI SUA MADRE -MIA SORELLA- IL NODO AL PRIMO DITO DEL PIEDE.
RECIPROCI AUGURI.
MI METTO A PREPARARE IL PRANZO A BASE DI ASPARAGI BIANCHI.
ORE 10 ARRIVA IL FIORISTA, RODOLFO URLA 'VAI TU CHE SONO IN MUTANDE, TO' DUE MONETE, NON HO ALTRO'
- LO RICEVO IN VESTAGLIA , MI PORGE UN MAGNIFICO MAZZO DI FIORI: PEONIE BIANCHE, VIOLACIOCCHE BIANCHE, FRESIE BIANCHE E GIALLE E TRE RAMI DI ZENZERO.
LA CASA SI É RIEMPITA DI PROFUMO DI MIELE E DI FRESIE
É' SANDRA CHE CON FRANCO MI MANDA I FIORI DA MILANO:
“ RIMANDIAMO LA GRANDE FESTA PER IL MOMENTO. AUGURI AUGURI AUGURI , UN ABBRACCIO AFFETTUOSO”
LE TELEFONO : ARRIVA COSI' LUMINOSO QUESTO AUGURIO , FIORI IN UN GIORNO COSI SCURO.
COME FA AD OTTENERE MAZZI COSI' BELLI DA INTERFLORA, É LA SUA CLASSE.
MI E SUCCESSO DI RICEVERE QUANTO IL FIORISTA STAVA PER BUTTARE IN PATUMIERA, E NON HO PIU IL CORAGGIO DI USARE TALE SERVIZIO.
A MILANO PIOVE MOLTO, E IL CIELO NERO SI SCIOGLIERA PRESTO ANCHE SU NOI.
ORE 10.30 RODOLFO ESCE PER LA SUA TERAPIA.
RISUONA IL TELEFONO, É ANCORA FRANCO VUOL SAPERE SE IL VINO IN CANTINA HA COMINCIATO A FAR BOLLICINE. - NO, PER FORTUNA MI MANCHEREBBE DI DOVER TRAVASARE IL VINO OGGI, PERCHÉ DOPO E LUNA CALANTE E NON VA BENE PER IL CARTIZZE VIVACE. CI VEDIAMO IL 25.
ORE 11 ANGE, LA SORELLA MATEMATICA: “ CIO' AUGURI! I XE 70 TONDI TONDI!”-
NO CARA, L'ANO PASA' I TUI GERA 80 TONDI TONDI,
I MIEI SONO SPIGOLOSI, COME I MIEI VOTI AL TEMPO DI SCUOLA, 7 NELLE MATERIE CHE NON CONTAVANO, 0 IN TUTTE LE IMPORTANTI.
LI FARO' TONDI TONDI QUANDO NE COMPIRO' 88. HO TEMPO PER ORGANIZZARE UNA GRAN FESTA.
A PROPOSITO LO SAI CHE LA LEVI MONTALCINI É NATA IL 21 APRILE COME ME E COMPIE 99 ANNI?
DA BAMBINA AVEVO DECISO CHE SAREI MORTA A 99 ANNI PERCHÉ MI PAREVA BRUTTO IL 100, CHIAMAVANO COSI' I GABINETTI, NON VOLEVO FINIRE IN GABINETTO, IL POSTO DEI BAMBINI IN CASTIGO .

ORE 11.40 TELEFONA CATE, LA MIA TESTIMONE DI NOZZE. LA INVITO A COLAZIONE, HO COMPERATO GLI ASPARAGI BIANCHI A CIMA D'OLMO, BELLISSIMI; MA LEI É A VERONA, MI PASSA PER GLI AUGURI ANCHE SUA SORELLA. CATE PROMETTE CHE SE ARRIVA IN TEMPO VIENE LA SERA.
PREPARO LA TAVOLA PER DUE , TOVAGLIA DI 100 ANNI, BICCHIERI DI MURANO CON ORLO D'ORO, SERVIOZIO PIATTI DI 130 ANNI, CANDELIERE D'ARGENTO. SPUMANTE IN FRIGO. TIMBALLO DI ASPARAGI BIANCHI, POI IN BARBA AL COLESTEROLO ASPARAGI BIANCHI CON SALSA DI BURRO FUSO E PARMIGIANO, ORATA AL TIMO, MACEDONIA DI FRUTTA E GELATO. NIENTE ANTIPASTO , NON É IL CASO DI STRAMAZZARE AL SUOLO.
TELEFONA ANCHE CHIARA, TELEFONANO TUTTI, CHE AFFETTUOSI!
PENSO AI FIGLI, CHISSA' SE SI RICORDANO DI CHIAMARE?
LA TRASMISSIONE DEL PENSIERO A VOLTE FUNZIONA, ORE 12 EU. CHIAMA E MI FA GLI AUGURI, SONO PROPRIO CONTENTA, NON POTEVA DIMENTICARSI, LO HA SCRITTO IN CENTO POSTI.
FORSE NON VERRA A VENEZIA IL 25, PIENAMENTE GIUSTIFICATO ED APPROVATO. CI VEDREMO IN MAGGIO.
ORE 12.15 NUOVA TELEFONATA, SARA ADRI. NO É DI NUOVO EU. CHE MI PASSA LA COLLEGA . ANCHE LEI MI FA GLI AUGURI..
ORE 12.35 ADRI, PREANNUNCIA LA TELEFONATA DI PAOLA, É ABBASTANZA SORDA E LE SUE TELEFONATE SONO BREVI. MENO MALE CHE COSI NON MI VA IN MALORA IL “TIMBALLO” MA CHE RAZZA DI NOME?
ORE 13 LA CUGINA CLARIS LEI IL PRIMO GIUGNO COMPIE PROPRIO 88 ANNI, UN BEL NUMERO TONDO, STA IN CASA DI RIPOSO, HA IL SUO TELEFONO, É BRAVA SI É ADATTATA A QUELLA VITA, NON SI LAGNA QUASI MAI.
ARRIVA RODOLFO CON UN MAZZO DI TULIPANI GIALLI, “TI HO PORTATO DEL LAVORO” -“BELLISSIMI, GIALLO GELOSIA!' LUI DICE CHE SONO IO LA GELOSA, E FORSE HA RAGIONE.
ORE 14 NON RESISTO PIU, HANNO TELEFONATO TUTTI TRANNE ALESSIO. PENSO CHE FORSE SI DIMENTICHERA', NON CREDO ABBIA LE RICORRENZE SCRITTE DA QUALCHE PARTE; FORSE GLI SAREBBE SCAPPATO ANCHE L'ANNIVERSARIO DEL MATRIMONIO. NON VOGLIO CHE SI DIMENTICHI.
SO CHE LE DATE NON CONTANO MOLTO, MA SE TUTTI MI TELEFONANO, VA A FINIRE CHE DIVENTO ANSIOSA.
TELEFONO IO AD ALESSIO. FACCIO IL NUMERO, PRONTO, PRONTO, SENTO HELO,….HELLO…., POI NIENTE. FORSE NON ERA LA VOCE DI ALESSIO, MI SEMBRA UNA VOCE DI FRANCESE, CHIAMO SUL CELLULARE, -SEGRETERIA- LASCIO UN MESSAGGIO, E QUANDO CHIUDO SENTO SUONARE IL TELEFONO.
ERA LA SUA VOCE QUEL FRANCESE, MA LUI NON SENTIVA NIENTE.
-“POSSIBILE CHE TU MI CHIAMI SEMPRE DIECI MINUTI PRIMA DI QUANDO TI VOGLIO CHIAMARE IO? COME MATTEO.”-
SI, É POSSIBILE. DEVO ESSERE STATA TRAUMATIZZATA QUANDO ERA A SAN FRANCISCO A CERCARE LAVORO, -DOVEVA RITORNARE IN ITALIA E PAGARE L'OSTELLO. LA BANCA AVEVA BLOCCATO IL BANCOMAT , E C'ERANO ALTRI PROBLEMI CHE NON RICORDO. UN MARTEDI' DISSE: TI TELEFONO GIOVEDI' E TI SO DIRE QUANDO TORNO. HO PASSATO LA NOTTE DI QUEL GIOVEDI E TUTTE LE NOTTI DELLA SETTIMANA SUCCESSIVA A FARE PARTITE DI CARTE AL COMPUTER ASPETTANDO LO SQUILLO , E FINALMENTE IL GIOVEDI' 10 GIORNI E 10 NOTTI DOPO TELEFONO' - 'PERCHÉ SEI STATA IN PENSIERO? AVEVO DETTO CHE CHIAMAVO GIOVEDI' “-
ORE16 - SQUILLA IL TELEFONO, NON MANCA PIU NESSUNO, CHI SARA'? É UNA COL CENTER CHE VORREBBE ABBONARCI A PANORAMA.
ALLA SERA É ARRIVATA CATE, CARICA DI INDOVINATISSIMI REGALI, COME LA BEFANA: TORTA GRECA, , UN GIORNALE DI GOLFINI PER NEONATI E IL PROFUMO ACQUA DI PARMA CHE AVEVO PENSATO DI FARMI REGALARE DA RODOLFO, SPUMANTE CON BIGLIETTO " PER BRINDARE AL 70* GIRO INTORNO AL SOLE'"
CI SIAMO FATTI LE FOTO CON LA TAVOLA, I FIORI E L'AUTOSCATTO.
NON SIAMO BELLI, MA CONTENTI .
RIUSCIRO' MAI A FARE FELICI GLI ALTRI QUANTO LORO FANNO FELICE ME?

10 apr 2008

ROMA fine

La fine fu repentina come sempre I nostri viaggi:
E. stava male e noi passammo la serata a casa in sua compagnia, rinunciammo ad andare a vedere Ubu re, perchè non ci saremmo divertiti da soli, sapendolo a letto con la febbre.
Visitammo invece la mostra di Sebastiano del Piombo; magnifica esposizione che allontana dai quadri i visitatori, e permette di cogliere l'aura che isola dal resto del mondo.
La mostra finisce col disastro che il Concilio di Trento impose all'arte. Nelle opere religiose: niente vesti preziose, niente gioielli, niente lusso, niente corpi esibiti, Il controllo vaticano volle semplicita' e rigore. Gli artisti persero l'entusiasmo e riempirono i quadri di tristi santi macilenti in penitenza, madonne freddamente composte adoranti bambini mai nudi.
Sebastiano cosi grande nella Pieta di Viterbo, nelle belle sante di San Giovanni Grisostomo, perde la gioia di dipingere e fa degli enormi santini bigotti.
una cinquantina d'anni e verra' il barocco; le chiese fioriranno di gambe e coscie carnose di angeli, sante abbandonate in deliquio amoroso, nuvole e preziose stoffe fluttuanti in cieli incredibilmente popolati.
La chiesa velocemente ha capito che nessuno credeva al triste paradiso della controriforma.
Domenica di sole nel parco Torlonia, imparammo che il mercante francese Torlony ottenne la nobilta dal papa-re in cambio di qualche spicciolo.
E partimmo felici con un euro star che ci regalo' cinquantacinque minuti di viaggio in piu.
Bello e' il viaggio, non la meta.
A Venezia ripiombammo nel piovoso nord

3 apr 2008

ROMA Continua

Venerdi28 mostra 'Rosso pompeiano” al Museo Naz. Romano
--LEI NON SA CHI SONO IO--

Incredibile, affreschi romani degli scavi di Ercolano e Pompei in gran numero sono stati portati a Roma da Napoli per questa mostra. Si tratta spesso di intere pareti decorate e dipinte a figure, e mi vengono I brividi per la estrema delicatezza che hanno tali opere. Noto che la mostra non ha posto alcuna protezione per queste opere che non hanno un vetro , ne squilla un allarme quando I visitatori che sono molti nei piccoli padiglioni si accostano pericolosamente alle opere.
E' permesso fotografare, purche' non si usi il flesh.
Nelle sale espositive delle opere del museo gli allarmi squillano di continuo quando alcuni si avvicinano a statue . Perche' nella mostra che e' tanto piu fragile e frequentata non ci sono allarmi?
Arriviamo in una saletta con pareti di tessuto scuro su cui sono appesi degli affreschi che rappresentano un giardino con figurine ed un tempio circolare con colonne bianche. C'e' molta gente e lo spazio e' piccolo, una signora di eta' piu che matura sta di fronte al paesaggio, circondata da quattro o cinque che l'ascoltano: disquisisce.
Sfiora con le dita il tempietto dipinto, accosta la faccia a pochi millimetri e il suo alito si deposita sulla superficie preziosa, io allora esplodo:
“ Ma non e' possibile che qui si tocchino opere di questo valore, e non c'e' un controllo, ne un allarme, lei non sa che non si toccano I dipinti?'
La donna inviperita mi si rivolta contro:
“ Lei non sa chi sono io, sono un'archeologa della sovrintendenza e sto facendo uno studio, sul tempietto circolare od ottagonale, non toccavo assolutamente il dipinto.”
“ Io ho visto benissimo che lei toccava ed era pericolosamente vicina, sono giorni che vedo toccare e carezzare le opere esposte senza che nessuno intervenga”
Una signora di Trieste rimbecca' “anche io ho visto che lei toccava ed invece di aggredire chi ha a cuore il patrimonio nazionale, farebbe meglio a ringraziarci, I cittadini che toccano tutto nei musei sono veramente troppi!”
Anche Rod si unisce alle proteste.
L'archeologa insisteva “ Sono 35 anni che lavoro, e si dovrebbe rispettare la privaci, nel fare commenti” Ho l'impressione che alcuni dei suoi tirapiedi siano dalla nostra.
Me ne andavo per non continuare a discutere , avrei voluto dire che certi studi si possono fare in assenza di visitatori per non dare pessimo esempio e che delle macrofotografie sono piu leggibili e utili per studi seri. Intanto arrivo' un ufficiale della guardia di finanza, bardato di dorature , alto, elegante e pieno di se, si pose quasi appoggiato con la schiena al suddetto dipinto e un fotografo con potente macchina fotografica gli sparo' cinque sei flesh.
Ecco il mistero: Era un'opera recuperata dalla Guardia di Finanza, nel febbraio 2008, quindi da un mese appena ed esposta per la prima volta.
Era stata trafugata da siti vesuviani negli anni '70 e poi aveva viaggiato in Svizzera, Belgio, Francia. Finalmente era tornata in Italia, quindi tutti erano in fregola tanto da staccare gli allarmi della mostra per poterla ammirare e disquisire liberamente.

2 apr 2008

ROMA

ROMA
24 marzo : Lunedi di Pasqua
La partenza fu piu' laboriosa perche' partimmo passando dal Lido per prendere vini e auto di E. Alle 12 eravamo in ferribot con nuvoloni da grandine che correvano velocissimi e bassi sulle nostre teste.
A Bologna tutto sembrava rientrato nella norma primaverile: pioggerellina e raggi di sole fino all'apennino.
Quando la fame sembrava raggiungere il massimo della sopportazione in Rod che aveva gia sconsolatamente visto trascorrere Ferrara, Bologna e SassoMarconi, inizio una bufera di neve e vento gelido. L'autista decise: “Guai fermarsi, se qualcuno slitta e si mette per traverso si rischia di passare la notte al freddo”
Visto che a lui era capitata una cosa simile in treno e ad altri in autostrada anni fa, si decise di passare il valico.
Poi fatta benzina, ad uno spizzico ci accontentammo di un asciutto e gommoso panino dell'autostrada. “El pe`so del pe`so ” decreto' Rod.
A Prato, speranzosi di consolazione: infilammo Travalle che il nome ci sembrava allettante. Nulla non c'era che il nome, ne osterie ne agriturismi, solo un ristorante chiuso .
Arrivammo a Roma prima del previsto, con Rod desolato nella sonnolenta sera del lunedi di Pasqua, miracolosamente E riusci a trovare un posticino rimasto aperto per caso.
Abbiamo imparato che Roma nei fine settimana e feste diventa provinciale e offre da mangiare solo ai turisti in gruppo, i nativi vanno fuori porta.

25 marzo
Martedi abbiamo visto tutti I musei capitolini, pinacoteca, collezioni di orologi e porcellane, e tutti i marmi romani piu' la bellissima sala del Marco Aurelio coi bronzi, alla fine eravamo esausti e siamo scesi in piazza Argentina per mangiare. Le gambe di Rodolfo non vollero fare venti metri di piu' e arrivare al posto consigliato dal vigile, cademmo consapevoli in un ristorantino da foresti, con una toilette talmente in fondo ad una ripida scaletta, che ci tocco' andare poi alla ricerca di un caffé dal gabinetto acessibile: ce lo indico' il giornalaio, - sono i meglio informati a causa del loro localino senza servizi - ma deve averlo segnalato a tutti e c'era la coda.
La zona di Santa Maria sopra Minerva e' inverosimilmente una fila di boutiques per preti e suore, golfetti grigi blu neri o bianchi, gonne in territal a pieghe, abiti talari con abbottonature di varia fantasia, reggipetti di tela spessa tre millimetri, paramenti da messa con ricamata la faccia di padre pio o di papa Voitila, orribili e costose supellettili da altare, pastorali per vescovi , calze rosse e viola di seta, valige, valigette e borse sempre nei tre colori bianco grigio e blu. Poi valigette porta altari e bastoni pastorali smontabili, e madonne e crocefissi di ogni forma. Tutto di pessimo gusto. Diverse suore la percorrevano curiose e affascinate come le adolescenti davanti ai negozi di intimissimi.
A sera la cena col figlio fu ripagante e ci permise di dormire profondamente

26-3, mercoledi
La CASA di Augusto .
Il taxi gentilmente ci scarico' al Colosseo non aveva voglia di fare il giro.
Un albero caduto col maltempo di Pasqua dava lavoro ad una ventina di persone che tenevano i nastri di plastica bianchi e rossi attraverso via San Gregorio mentre una ruspa tirava il tronco ormai spogliato dai rami circondata dall'ammirazione di alcuni vigili urbani e dipendenti della sovrintendenza ai munumenti - l'albero aveva piegato la recinzione del Palatino. Altri vigili facevano segno ai passanti di passare oltre i nastri bianchi e rossi.
Sul Palatino si pote vedere tutta la zona degli scavi, tutto il museo, tranne la casa di Augusto aperta in questi giorni al pubblico.
Non si sa come si erano formate due code interminabili, una all'entrata ed una all'uscita , ed i guardiani decisero di far entrare alternativamente ora questi ed ora quelli, ma data la dimensione ridotta dei locali e la lunghezza delle code, non si poteva sperare di entrare prima di due ore.
No, le code che durano piu di dieci minuti ci rovinano qualsiasi piacere .
Abbiamo preferito cercare un posto dove sederci a mangiare. Cammina e cammina, in via Celimontana non si vide il mitreo di san Stefano Rotondo, ma si riposo' un poco sotto il portico. Il monastero e' uno di quei conventi-albergo fioriti nel giubileo, che non pagano ici ne tasse. La suora piccolissima come una bambina ci disse gli orari di visita: il quarto sabato del mese dalle 10 alle 12. La chiesa, quella si poteva visitare anche al pomeriggio.
Due graziose impiegate del ministero Turismo e Spettacolo ci aiutarono a trovare il ristorante "Naumachie": Si capisce subito che E. non ha 70-80 anni, quando ti consiglia un posto li vicino, devi camminare 30 minuti . Pero merita lo sfozo.
Alla sera lussuosa cena con grande piatto di crostacei, ostriche ed altre crudite' e cozze e fiori di zucca fritti. Proprio Anna fece conoscere "Grazia Deledda" ad E. Grazie si mangia proprio bene, MERITA UNA VISITA.

27 giovedi' - visita al Museo d'Arte Orientale.
Prima trovare una farmacia per contrastare col bimixin l'effetto dell'acqua di mare contenuta nei bivalvi della sera. Io impazzisco per ostriche, tartufi, scampi crudi ecc. Da ragazzina facevo merenda in spiaggia con le cape lunghe ficcate vive dentro al pane. Bisogna mettere in conto un rischio nel mazzo delle gioie della vita.
Il museo e' nel palazzo Brancaccio: saliti per gentile concessione con un antico, privato ascensore di legno con due seggiolini di velluto cremisi ai lati.
Ci accolse una collezione di cose fantastiche, risultato anche delle campagne di scavi delle Missioni dell'Istituto archeologico italiano in Medio ed estremo Oriente; terrecotte e oggetti persiani, stoffe, miniature islamiche, arte dall'Afganistan e Pakistan, che non si puo guardare senza dolore.
Ci sono giade e ceramiche cinesi e giapponesi, e una notevole collezione di sculture Gandhara; la passione di Rod.
Essendo la settimana dei musei gratuiti, arrivo' ben presto una torma di ragazzini con delle accompagnatrici che per tutto il tempo della visita continuarono ad urlare nomi cercando di tenere gli undicenni raccolti attorno a loro, non dissero due parole che facessero capire almeno in quale epoca e in quale parte del mondo fossero stati prodotti tali oggetti. I ragazzini correvano e giocavano, si chiamavano a gran voce; non guardarono nulla ne lessero nulla. Chiesi ad uno che curiosava I miei appunti, cosa volete vedere in questo museo: Niente, siamo in gita.
Il museo non permette fotografie, non vende cartoline, non ha nemmeno un catalogo. Ha un Book shop in cui vende solo monete e megaglie del poligrafico dello stato . E' il confronto che le rende cosi orribili?.