2 apr 2008

ROMA

ROMA
24 marzo : Lunedi di Pasqua
La partenza fu piu' laboriosa perche' partimmo passando dal Lido per prendere vini e auto di E. Alle 12 eravamo in ferribot con nuvoloni da grandine che correvano velocissimi e bassi sulle nostre teste.
A Bologna tutto sembrava rientrato nella norma primaverile: pioggerellina e raggi di sole fino all'apennino.
Quando la fame sembrava raggiungere il massimo della sopportazione in Rod che aveva gia sconsolatamente visto trascorrere Ferrara, Bologna e SassoMarconi, inizio una bufera di neve e vento gelido. L'autista decise: “Guai fermarsi, se qualcuno slitta e si mette per traverso si rischia di passare la notte al freddo”
Visto che a lui era capitata una cosa simile in treno e ad altri in autostrada anni fa, si decise di passare il valico.
Poi fatta benzina, ad uno spizzico ci accontentammo di un asciutto e gommoso panino dell'autostrada. “El pe`so del pe`so ” decreto' Rod.
A Prato, speranzosi di consolazione: infilammo Travalle che il nome ci sembrava allettante. Nulla non c'era che il nome, ne osterie ne agriturismi, solo un ristorante chiuso .
Arrivammo a Roma prima del previsto, con Rod desolato nella sonnolenta sera del lunedi di Pasqua, miracolosamente E riusci a trovare un posticino rimasto aperto per caso.
Abbiamo imparato che Roma nei fine settimana e feste diventa provinciale e offre da mangiare solo ai turisti in gruppo, i nativi vanno fuori porta.

25 marzo
Martedi abbiamo visto tutti I musei capitolini, pinacoteca, collezioni di orologi e porcellane, e tutti i marmi romani piu' la bellissima sala del Marco Aurelio coi bronzi, alla fine eravamo esausti e siamo scesi in piazza Argentina per mangiare. Le gambe di Rodolfo non vollero fare venti metri di piu' e arrivare al posto consigliato dal vigile, cademmo consapevoli in un ristorantino da foresti, con una toilette talmente in fondo ad una ripida scaletta, che ci tocco' andare poi alla ricerca di un caffé dal gabinetto acessibile: ce lo indico' il giornalaio, - sono i meglio informati a causa del loro localino senza servizi - ma deve averlo segnalato a tutti e c'era la coda.
La zona di Santa Maria sopra Minerva e' inverosimilmente una fila di boutiques per preti e suore, golfetti grigi blu neri o bianchi, gonne in territal a pieghe, abiti talari con abbottonature di varia fantasia, reggipetti di tela spessa tre millimetri, paramenti da messa con ricamata la faccia di padre pio o di papa Voitila, orribili e costose supellettili da altare, pastorali per vescovi , calze rosse e viola di seta, valige, valigette e borse sempre nei tre colori bianco grigio e blu. Poi valigette porta altari e bastoni pastorali smontabili, e madonne e crocefissi di ogni forma. Tutto di pessimo gusto. Diverse suore la percorrevano curiose e affascinate come le adolescenti davanti ai negozi di intimissimi.
A sera la cena col figlio fu ripagante e ci permise di dormire profondamente

26-3, mercoledi
La CASA di Augusto .
Il taxi gentilmente ci scarico' al Colosseo non aveva voglia di fare il giro.
Un albero caduto col maltempo di Pasqua dava lavoro ad una ventina di persone che tenevano i nastri di plastica bianchi e rossi attraverso via San Gregorio mentre una ruspa tirava il tronco ormai spogliato dai rami circondata dall'ammirazione di alcuni vigili urbani e dipendenti della sovrintendenza ai munumenti - l'albero aveva piegato la recinzione del Palatino. Altri vigili facevano segno ai passanti di passare oltre i nastri bianchi e rossi.
Sul Palatino si pote vedere tutta la zona degli scavi, tutto il museo, tranne la casa di Augusto aperta in questi giorni al pubblico.
Non si sa come si erano formate due code interminabili, una all'entrata ed una all'uscita , ed i guardiani decisero di far entrare alternativamente ora questi ed ora quelli, ma data la dimensione ridotta dei locali e la lunghezza delle code, non si poteva sperare di entrare prima di due ore.
No, le code che durano piu di dieci minuti ci rovinano qualsiasi piacere .
Abbiamo preferito cercare un posto dove sederci a mangiare. Cammina e cammina, in via Celimontana non si vide il mitreo di san Stefano Rotondo, ma si riposo' un poco sotto il portico. Il monastero e' uno di quei conventi-albergo fioriti nel giubileo, che non pagano ici ne tasse. La suora piccolissima come una bambina ci disse gli orari di visita: il quarto sabato del mese dalle 10 alle 12. La chiesa, quella si poteva visitare anche al pomeriggio.
Due graziose impiegate del ministero Turismo e Spettacolo ci aiutarono a trovare il ristorante "Naumachie": Si capisce subito che E. non ha 70-80 anni, quando ti consiglia un posto li vicino, devi camminare 30 minuti . Pero merita lo sfozo.
Alla sera lussuosa cena con grande piatto di crostacei, ostriche ed altre crudite' e cozze e fiori di zucca fritti. Proprio Anna fece conoscere "Grazia Deledda" ad E. Grazie si mangia proprio bene, MERITA UNA VISITA.

27 giovedi' - visita al Museo d'Arte Orientale.
Prima trovare una farmacia per contrastare col bimixin l'effetto dell'acqua di mare contenuta nei bivalvi della sera. Io impazzisco per ostriche, tartufi, scampi crudi ecc. Da ragazzina facevo merenda in spiaggia con le cape lunghe ficcate vive dentro al pane. Bisogna mettere in conto un rischio nel mazzo delle gioie della vita.
Il museo e' nel palazzo Brancaccio: saliti per gentile concessione con un antico, privato ascensore di legno con due seggiolini di velluto cremisi ai lati.
Ci accolse una collezione di cose fantastiche, risultato anche delle campagne di scavi delle Missioni dell'Istituto archeologico italiano in Medio ed estremo Oriente; terrecotte e oggetti persiani, stoffe, miniature islamiche, arte dall'Afganistan e Pakistan, che non si puo guardare senza dolore.
Ci sono giade e ceramiche cinesi e giapponesi, e una notevole collezione di sculture Gandhara; la passione di Rod.
Essendo la settimana dei musei gratuiti, arrivo' ben presto una torma di ragazzini con delle accompagnatrici che per tutto il tempo della visita continuarono ad urlare nomi cercando di tenere gli undicenni raccolti attorno a loro, non dissero due parole che facessero capire almeno in quale epoca e in quale parte del mondo fossero stati prodotti tali oggetti. I ragazzini correvano e giocavano, si chiamavano a gran voce; non guardarono nulla ne lessero nulla. Chiesi ad uno che curiosava I miei appunti, cosa volete vedere in questo museo: Niente, siamo in gita.
Il museo non permette fotografie, non vende cartoline, non ha nemmeno un catalogo. Ha un Book shop in cui vende solo monete e megaglie del poligrafico dello stato . E' il confronto che le rende cosi orribili?.

1 commento:

my new york ha detto...

bene sono contenta! Peccato solo non essere stata a Roma per conoscerti! baci