6 mar 2008

I TRE FRATELLI

IN CASA AVEVAMO ANCHE TRE FRATELLI.
IL MAGGIORE, CHE POI ERA SOLO IL SECONDO, ESSENDO NATA PRIMA ANNA, SI CHIAMAVA COME IL FRATELLO MAGGIORE DEL PAPA', UN MITO DI FAMIGLIA PER MEMORIA, INTELLIGENZA, IRONIA: LAUREATO GIOVANISSIMO INGEGNERE.
ANCHE FERRUCCIO, FRATELLO NOSTRO, SI LAUREO' IN INGEGNERIA. ERA L'ORGOGLIO DEI GENITORI; E ANCHE DI SE STESSO. ERA MOLTO QUADRATO O FORSE CUBICO.
AVEVO CINQUE ANNI QUANDO LA MAMMA MI FACEVA DIRE OGNI SERA UNA PREGHIERINA PERCHÉ FERRUCCIO TORNASSE A CASA : I TEDESCHI LO AVEVANO PORTATO COME ALTRI STUDENTI A FARE PONTI IN CENTRO ITALIA.
IO NON CAPIVO QUASI NIENTE DI GUERRA, DISSI LA PREGHIERA OGNI SERA, FINCHE' SENTII CHIAMARE 'FERRUCCIO' IL GARZONE DEL 'BIAVAROL'. PER ME IL NOME E LA PERSONA ERANO UN UNICO, QUINDI MI RIFIUTAI DI PREGARE PER IL RITORNO A CASA DI FERRUCCIO, CHE LA MAMMA ANDASSE A PRENDERSELO E SE LO PORTASSE A CASA SENZA SCOMODARE DIO E ME A RECITAR PREGHIERE SPRECATE .
LEI OGNI SERA A PREGARE, IO A TENER LE LABBRA SERRATE .

UN MEZZOGIORNO D'ESTATE FERRUCCIO SUONO' AL PORTONE. ANDAI AD APRIRE IO, NON LO RICONOBBI E RICHIUSI LA PORTA. “ MAMMA GHE XE DABASSO UN OMO CHE TE VOL”. ENTUSIASMO DI TUTTI, IO NON LO RICONOSCEVO. RIMASI STRANIATA.
SI MISE SUBITO A STUDIARE E RIUSCI' A RECUPERARE IL TEMPO PERSO COI TEDESCHI. SE GIOCANDO FACEVAMO RUMORE, RICORDO ANCORA L'URLO SPAVENTOSO CON CUI CI IMPIETRIVA.
LA SUA FORZA DI VOLONTA' CI PERSEGUITO' COME IL “VOLLI, SEMPRE VOLLI, FORTISSIMAMENTE VOLLI“ DI VITTORIO ALFIERI.
CON NOI FRATELLI NON FU PARTICOLARMENTE DISPONIBILE; QUANDO SI SPOSO' CON LA FIGLIA DI UN PRIMARIO MEDICO DI INSBRUCK - AUSTRIA, PARVE VERGOGNARSI UN POCO: NON ERAVAMO COSI 'PRECISI' COSI' INQUADRATI, COSI' “TETESCHI” COME I SUOI PARENTI ACQUISITI.

FRANCO HA SEI ANNI PIU DI ME E TRA ME E LUI NON CI SONO FRATELLI DI MEZZO. LUI E' IL MIO VERO FRATELLO MAGGIORE.
MI PRENDEVA PER MANO E MI PORTAVA NEI LUOGHI PERICOLOSI PER LA GUERRA, OLTRE I CAVALLI DI FRISIA ED I RETICOLATI CHE PRECLUDEVANO LA SPIAGGIA E L'ACQUA DI MARE NECESSARIA PER FARE IL SALE.
SI ASPETTAVA, NASCOSTI FRA LE DUNE O NEI CESPUGLI NATI DAI PLATANI TAGLIATI CHE LA PATTUGLIA DEI TEDESCHI FOSSE PASSATA.
POI UNA CORSA VELOCE FIN SULLA DIGA , IL BIDONE DI ALLUMINIO RIEMPITO D'ACQUA, SI TORNAVA SVELTI, MA ATTENTI A NON VERSARE UNA GOCCIA, FINO AL NASCONDIGLIO, COL CUORE IN GOLA.
QUANDO FU BOMBARDATO L'ACQUEDOTTO MI PORTAVA A PRENDERE L'ACQUA DAL POZZO ARTESIANO DI GIOMO, CON IL CARRETTINO E LA DAMIGIANA SOPRA, CHE PESAVA MOLTO UNA VOLTA PIENA.
ERO CON LUI QUANDO MITRAGLIARONO LA SPIAGGIA DA UN AROPLANINO CHE VOLAVA BASSO BASSO. MA QUELLA VOLTA LO MOLLAI DOVE SI ERA AQUATTATO E FUGGII A ROTTA DI COLLO FINO A CASA . UN CHILOMETRO DI CORSA A CINQUE ANNI, COL CUORE CHE SCOPPIAVA E LE GAMBE CHE GIRAVANO SENZA ESSERE COMANDATE; LA GENTE NASCOSTA MI URLAVA DI METTERMI AL RIPARO. NON POTEVO PIU FERMARMI.
QUELLA VOLTA MI FIDAI SOLO DELLA MIA PAURA.

FRANCO MI PORTAVA SUL FERRO DELLA BICI IN POSTI LONTANI CHE NESSUNO MI FACEVA VEDERE E MI VENIVANO LE FORMICOLE ALLE GAMBE; MI INSEGNAVA A TIRARE CON LA FIONDA E LA CERBOTTANA. SOLO PER I GATTI AVEMMO UNA GRAN DIVERGENZA, PERCHE' IO ADORO I GATTI E LUI COI SUOI AMICI FINGEVANO DI ESSERE DEI CACCIATORI E LI COLPIVANO CON GUSCI D'UOVO PIENI D'ACQUA O TRAPPOLE TERRIBILI: FECI LA SPIA AL PAPA'.
FRANCO ERA DI ESEMPIO PERCHE NON SI ERA MAI DATO BOTTE CON AURELIA,INVECE IO E CHECO CI SIAMO BASTONATI MOLTISSIMO.
FRANCO ERA IL BUONO, E DETIENE ANCORA IL TITOLO, A VOLTE RISCHIA DI ESSERLO TRE VOLTE.

CHECO E' PIU PICCOLO DI ME DI QUASI TRE ANNI. SAREBBE STATO IL PIU PICCOLO SE IO NON AVESSI CON TUTTE LE FORZE TENTATO DI FREGARGLI IL RUOLO.
APPENA NATO, MI VENNERO DEI TERRIBILI SOGNI IN CUI LUI ERA UNO SCHELETRINO FOSFORESCENTE CHE TINTINNANDO MI VENIVA AD AGGREDIRE E MI SVEGLIAVO NEL TERRORE E ANDAVO NEL LETTO DI LELLI.
NON AVREI DOVUTO TEMERLO, MA IO AVEVO I CAPELLI CON UN FIOCCO CHE LUI , APPENA FU IN GRADO DI CAMMINARE SU DUE GAMBE, PRENDEVA COME UNA COMODA MANIGLIA, MENTRE IO PRENDEVO LE DUE MANIGLIE DELLE ORECCHIE . OGNUNO TIRAVA PIU CHE POTEVA. A VOLTE USAVAMO ANCHE I DENTI. POI INTERVENIVA LA MAMMA CHE SCULACCIAVA ENTRAMBI SENZA SENTIR RAGIONI .
RAGGIUNTA L'ETA DELLA RAGIONE LOTTAVAMO CORPO A CORPO ROTOLANDO SUL PAVIMENTO, TUTTI I COLPI CONSENTITI; SOLO L'ARRIVO DELLA MAMMA INTERROMPEVA LA VIOLENZA: GIURAVAMO CHE SI TRATTAVA SOLO DI LOTTA. ALMENO COSI' CI RISPARMIAVAMO LA SUA PARTE.
CHECCO SI E' FATTO AMARE ENORMEMENTE QUANDO HA COMINCIATO A PORTARMI NEL GRUPPO DEI SUOI COMPAGNI ED IO ERO L'UNICA FEMMINA AMMESSA A PESCARE AL FARO O A FARE ALTRI GIOCHI DA MASCHI.
PER MANTENERE QUESTO PREVILEGIO DOVEVO FARE ALCUNE COSE CHE A LORO SECCAVANO, COME L'ULTIMO TUFFO ALL'ORA DEL TRAMONTO, A SGANCIARE GLI AMI DA PESCA IMPIGLIATI TRA I MASSI DELLA DIGA; SECCAVA ANCHE A ME SCENDERE NELL'ACQUA SCURA, MA CI TENEVO MOLTISSIMO AD ESSERE DEL GRUPPO.
POI CHECCO FU GRANDIOSO QUANDO LA DOMENICA MI ASCIUGAVA I PIATTI CHE IO DOVEVO LAVARE, NON ERA SUO COMPITO MA LO FECE PER CORREGGERE L'INGIUSTIZIA CHE IO FEMMINA SUBIVO: FARE ANCORA UN LAVORO E LUI POTEVA USCIRE ; NON C'ERA NELL' ARIA IL FEMMINISMO, MA LA RABBIA MI RODEVA PER AVER DEGLI OBBLIGHI SOLO IN QUANTO FEMMINA.
SOLO CHECCO, SOMMO MERITO, CAPI', E PER FRATELLANZA MI AIUTAVA ED USCIVAMO ASSIEME.
CHECCO ERA UN FRATELLO ALLA PARI, GRANDE SOLIDARIETA'. IN CERTE COSE LO SENTIVO MAGGIORE, COME QUANDO MI VENIVA A SVEGLIARE NEL PIENO DELLA NOTTE, SENZA CHE NESSUNO SENTISSE, PER PORTARMI IN POPARIN,LA SUA SPLENDIDA BARCA A REMI, A SENTIRE CANTARE GLI USIGNOLI A LIO PICCOLO E FAR COLAZIONE ALL'ALBA CON VINO E UOVA FRESCHE IN UN BACARO DELLA LAGUNA. O A VEDERE L'ALBA DELL'ULTIMO DI CARNEVALE NEI CANALI DI VENEZIA .
IO LO RIPAGAVO CON LE FIRME FALSE DELLA MAMMA SULLE SUE GIUSTIFICAZIONI DI SCUOLA, POCA COSA E SE VOGLIAMO, PROSAICA MA NECESSARIA.
LUI HA PER PRIMO CONOSCIUTO RODOLFO, GLI SPETTAVA.
DI LUI MI FIDO .

1 commento:

my new york ha detto...

mi sembra di vederti a fare il maschiaccio!!! brava il tuo blog sta diventando bellissimo!!!!